Siamo giunti a fine anno e come da consuetudine è il momento di tirare le somme. “Little Black Book”, il debut album di Sarah Walk uscito a fine ottobre per One Little Indian, si compone di brani intimi, “confessionali” e carichi di emozioni, è uno dei migliori dischi del 2017 capace di esprime un livello di maturità artistica raramente riscontrabile in un’artista così giovane e di valorizzarne appieno la straordinaria voce androgina.

Sarah Walk è una di quelle sorprese come un fulmine a ciel sereno, che ti stupisce e ti conquista da subito, merito di grandi canzoni, grandi arrangiamenti ed una grande presenza scenica.
Non potevamo lasciarcela scappare, ecco la nostra esclusiva intervista.

Il 20 ottobre è uscito il tuo primo album “little black book” per l’etichetta One little indian; come ti senti quando pensi ai risultati che hai raggiunto?

Sento di essermi tolta finalmente un peso dalle spalle perchè posso finalmente condividere il mio album con le persone. C’è voluto molto tempo per mettere tutto insieme: le canzoni sono state scritte negli ultimi 10 anni e quindi è veramente belissima la sensazione di vedere la realizzazione della mia opera nel mondo. Sono molto felice del risultato, ma sto continuando a scrivere e registrare nuove cose per andare andare avanti e non fermarmi qui. E’ fondamentale ora che io rimanga connessa a ciò che sento e che scrivo.

Cosa scrivi e hai scritto nel tuo “little black book”? E’ una metafora?

Little black book è iniziato come una canzone su dove scrivo le mie canzoni, poi si è trasformato in qualcosa di totalmente diverso: una metafora per il mio cuore, e di tutte le relazioni che ho attraversato in questi anni. Mi sembrava il titolo perfetto per l’album e, allo stesso tempo, una canzone di apertura perfetta proprio perchè penso che le parole che la compongono siano un perfetto riassunto di ciò di cui parla l’intero disco.

Sei stata paragonata ad artiste del calibro di Cat Power, Feist, Sharon Van Etten, Bat for Lashes. C’è qualcuna di loro a cui ti ispiri particolarmente come artista? Se dovessi scegliere la tua ispirazione principale?

Non penso o mi ispiro ad altri artisti mentre scrivo, scrivo semplicemente ciò che mi sembra importante e vero perchè penso che questa sia il modo per trasmettere davvero qualcosa agli altri.  Ci sono artisti che ammiro e che mi hanno ispirata, ma non cerco di seguire i passi di nessuno e nemmeno i suoni. Per me, questi paragoni sono ispirazioni nella misura in cui si tratta di artiste che hanno percorso ognuna la propria strada individuale. Io vorrei fare lo stesso.

Il tuo disco è malinconico ma positivo allo stesso tempo; è un riflesso della tua personalità? Come nascono le tue canzoni?

Credo che il disco sia sfaccettato e mostri davvero diversi lati. E’ cinico ed ottimista, leggero e agoscioso allo stesso tempo. Si, mostra una parte di me, ma forse una parte di ogni persona e di ogni relazione. Non volevo scrivere un album che avesse un solo sentimento o un solo suono portante, volevo catturare l’intero processo dell’innamorarsi e del lasciare, quindi, in questo senso, credo che la complessità dei suoni e delle parole rendano proprio ciò che desideravo.

Hai detto che non ti piace il tempo a Los Angeles perchè c’è sempre il sole e tu preferisci invece essere sorpresa ogni mattina. Ti riferivi solo al clima o è in generale il tuo modo di vivere la musica e la vita?

Credo ci siano diversi inneschi che aiutino ogni scrittore a sentirsi ispirato e per qualche ragione il clima lo è per me. Sono cresciuta in Minnesota dove le stagioni sono ben definite e questo era un importante indicatore del momento dell’anno, dei ricordi e del passare del tempo. Questi sono temi forti nel mio scrivere. Per questo motivo essere a Los Angeles, dove il clima è così diverso, ha portato a dei cambiamenti, degli aggiustamenti. Detto ciò credo che comunque sia importante essere aperti alle novità della vita e ho trovato altre cose che hanno aiutato la scintilla dell’ispirazione. Ora sono anche più consapevole di diverse sottigliezze che altrimenti non avrei mai conosciuto.

ENGLISH VERSION:

The 20th of october you released your first album “little black book” with the label One little Indian; how do you feel when you think the results that you reached?

It’s a big weight off my shoulders to finally be able to share my debut album with people. It took a long time to put it together- the songs were written over about a 10 year period, and so it feels really good to be able to have it out in the world. I’m really happy with how it all turned out- but I’m also eager to write and record new things and continue to move forward too. It’s all about staying connected to what I’m feeling and writing. 

What do you write in your “little black book”? is it a metaphor?

Little black book started off as a song about where I write my songs- but then it kind of grew into something totally different – a metaphor for my heart, and all of the relationships I have gone through. It felt like a perfect title for the album and a really great opening track as well because I think the lyrics kind of sum up what the whole record is about.

You were compared to artists as Cat Power, Feist, Sharon Van Etten, Bat for Lashes. Do you refer to them as an artist? If you have to pick your most important inspiration?

I dont really refer to or think about other artists when I’m writing- I just write what feels honest and meaningful to me because I feel like that is what will ultimately have the ability to mean the most to others. I have artists that I admire and inspire me, but I’m not trying to follow in the footsteps of other peoples sounds .. to me, those comparisons are inspirations mainly because of their willingness to pave their own way. I want to do the same thing for myself.

Your album is melancholy but also positive at the same time; is this a reflection of your nature? How do your songs come to life?

I think the album is diverse and really shows different sides. It’s cynical but optimistic, soft and angsty all at once.. Yes that is a reflection of me, but I think it’s true to almost anyone and any relationship. I didn’t want to write an album that had one consistent feeling or one sound- I wanted to capture the entire process of loving and letting go, and so in that way I believe the complexity of the sounds and lyrics do that.

You said that you don’t like the weather in LA because there is always sunny and you prefer not to know every morning what to expect. It is just referred to the weather or is your way to live the life and the music?

I think there are different triggers for every writer that help them feel inspired and for some reason weather is one of those for me . I grew up in Minnesota where the seasons are very defined and that was always a strong indicator of the time of year, and the memories and the passing of time. These are all strong themes in my writing. So in that way, it has been an adjustment being in LA because the weather is so different – but I also think it’s good to be open to changes in your life and I have found other things that help spark creation. It has also made me more aware of different subtleties that I may have not been aware of otherwise.