Vi ricordate com’era il venerdì sera? Quello sudato in un locale e così lontano da questo momento storico in cui persino l’aggettivo sudato ha un che di romantico e malinconico. Quello degli spostamenti da una serata all’altra, quello per cui si nutrivano grandi speranze e l’aspettativa di non pensare a nulla. Bene, quello è il Venerdì cantato da See Maw che vi aprirà il cuore di ricordi e che ha annunciato l’arrivo del suo primo album per Undamento, intitolato A Luci Spente

Dopo i primi due EP Ghiaccio e Depre Mood See Maw – milanese, classe ‘96 – ha pubblicato il primo LP il 5 giugno. Se dovessi presentarvelo in quattro parole direi: vocazione elettronica e attitudine pop, per poi assicurarvi che l’accoppiata sonorità clubbing e cantautorato italiano è così fresca da potersi paragonare al primo respiro fuori dall’area fumatori di un club. See Maw mescola generi e gioca coi beats, ma soprattutto ci fa sentire il profumo di dancefloor.

Se dovessi immaginarmi di percorrere un tratto ascoltando il disco, direi la Zona 5 da Lambrate a Forlanini. Ha un fascino di periferia da non sottovalutare.

Traccia dopo traccia i ritmi elettropop dell’album A Luci Spente potrebbero essere scanditi dalle luci dei lampioni, come quando si viaggia in macchina. Se dovessi immaginare un luogo, magari una parte di Milano da percorrere con l’album in auto, quale sarebbe?
Man mano mi sto innamorando della zona di Milano in cui abito. Se dovessi immaginarmi di percorrere un tratto ascoltando il disco, direi la Zona 5 da Lambrate a Forlanini. Ha un fascino di periferia da non sottovalutare.

A cosa ti sei ispirato di più nella realizzazione dell’album? È cambiato qualcosa rispetto alle produzioni precedenti?
Mi sono concentrato su un suono più personale, facendo tantissime produzioni e altrettanti scarti. Mi sentivo pronto a pubblicare un prodotto più maturo e porre il primo tassello. I due EP precedenti erano più una sperimentazione e in questo senso più “infantili”.

I titoli dell’album ricordano stati d’animo tra il relax A Luci Spente e le canzoni ballate Con gli occhi chiusi il Venerdì. Facciamo un gioco, trova un’immagine mentale, una sensazione da associare ai titoli delle tracce.
Nella mia testa… Incubo
A luci spente… Nostalgia
Champagne… Paura
Di notte… Incertezza
A Picco… Adolescenza
Venerdì… Quelle serate a ballare
Con gli occhi chiusi… Viaggione mentale
Piangi… Riflessione

A febbraio ti sei esibito in anteprima al Circolo Ohibò per il MI AMI TVB, poi è successo quello che sappiamo. Com’è lanciare il primo disco ufficiale ai tempi dei live sospesi?
È stata una mossa azzardata e null’altro, un 50 e 50. Ho avuto comunque il piacere di fare qualche traccia del disco in anteprima a quel live.

Cosa ne pensi dei concerti in diretta live condivisi durante il periodo di quarantena?
Mi sembrano più una strategia per salvarsi dalla noia, ci vedo poca magia.

Se proprio volessi immaginare il tuo primo live dopo questo periodo, come te lo immagineresti?
Il mio primo live me lo immagino in un posto con un bel clima e un bel pubblico. Con il fedele Dado Freed sul palco a suonare con me e Dola come ospite per spaccare tutto con Venerdì.

La prima cosa che hai fatto dopo il lockdown?
Vedere amici, direi. Ovviamente con le dovute precauzioni.

E la prima che farai a un tuo live?
Sarò in mega ansia come sempre, quindi per prima cosa tremerò, solo quando riuscirò a sciogliermi allora mi sfogherò e sarà divertente spaccare il locale con bassi e cassa dritta.