Attratti come da una calamita fin dagli esordi di questo progetto eravamo entrati nel backstage del loro primo videoclip e ora li ritroviamo alla prova di maturità con il debut album in studio Cartalavonu fuori per Dischi Sotterranei/72V.
Prova superata? Assolutamente si, i Planet Opal completano un percorso che nasce nell’estate del 2018 tra le montagne sopra Porto Vecchio, una località nel sud della Corsica, in un piccolo villaggio chiamato appunto Cartalavonu portandosi dietro un piccolo equipaggiamento da studio. Giorgio Assi e Leonardo De Franceschi tra Corsica e successivamente Italia mettono in piedi un lavoro potente, uniforme e vario allo stesso tempo capace di mettere in contrasto momenti giocosi, come la ridicola bassline di 2 note presente in “Making Waves”, e l ammiccante pattern di Moog in stile Giorgio Moroder in “The Several-Night Stand”, la maestosità nell’ostinata linea di voce in falsetto di “Things Have Come to a Pretty Pass” e il tributo al guru dei sintetizzatori del web Cuckoo in “Additional Informations”, l’avvolgente traccia techno con un misterioso testo in italiano “Ci Siamo Chiusi Fuori” e lo schizofrenico pattern di batteria in “Dancing Trees”..

Non vedete l’ora di sentirli dal vivo? Presto accontentati. Release party domani, venerdì 26 novembre, a Padova alla Festa di Dischi Sotterranei – 3 giorni, 3 palchi e più di 15 tra concerti e dj set fino a tarda notte insieme agli altri assi dell’etichetta veneta tra cui Vipera, Kick, Vanarin, Jesse the Faccio e Post Nebbia – poi il tour invernale, curato da Rc Waves, proseguirà a Milano sabato 27 con doppia seduta – djset a Radio Raheem e live al Raster Festival – Firenze, Pordenone, Bergamo ma prima ascoltatevi gli 8 brani, raccontati traccia dopo traccia direttamente dal duo elettronico.

MAKING WAVES

Making Waves è un idioma inglese che sta ad indicare la predisposizione di un individuo a voler agire in modo inusuale rispetto alla tendenza, creando scompiglio e un senso di instabilità o turbamento. Questo è quello che ci proponiamo di fare con la nostra musica.

THINGS HAVE COME TO A PRETTY PASS

Una traccia in stile “lento e violento” pesantemente swingata, “Things Have Come to a Pretty Pass” è la trasposizione sonora dei sentimenti più semplici e primordiali. Amore e rabbia si alternano nutrendosi l’un l’altro in un processo infinito. La traccia parla implicitamente di una relazione stabile e duratura, messa in discussione da emozioni inattese e mai sperimentate prima da una delle due parti. E’ così che ci si inizia ad interrogare sulle infinite strade che l’esistenza ci riserva.

UROBORO

Uroboro rappresenta il circolo, la metafora espressiva di una riproduzione ciclica, l’evoluzione che si conclude in sé stessa.

È l’immagine sonora di un processo, in sé concluso, che si svolge ripetutamente e che avviene attraverso l’aumento della temperatura, l’evaporazione, il raffreddamento e la condensazione di un liquido. Tutto si trasforma, niente si crea e niente si distrugge. Tutto è Uno.

DANCING TREES

Un acido nel bosco.

THE SEVERAL-NIGHT STAND

Con ”The Several-Night Stand” si descrive una situazione ricorrente di frequentazione tra due persone che simula una relazione amorosa, senza diventarlo mai veramente.

ADDITIONAL INFORMATION

Come tutte le tracce presenti nel disco, è stata scritta in Corsica, a Cartalavonu. Qui nasceva con un altro nome, ”The Bright Side”, per via degli scintillanti suoni di percussioni presenti ancora oggi nel brano. Tra una sessione di lavoro e l’altra, Gio, da bravo nerd dei sintetizzatori, guardava video su YouTube di Cuckoo (un vero e proprio guru in materia), riguardanti il Sacro Graal della teenage-engineering: l’OP-1. Stregati dal suo flemmatico modo di parlare, abbiamo deciso di campionare parte del tutorial che potete ascoltare nei primi minuti della traccia.

CI SIAMO CHIUSI FUORI

Qui abbiamo l’aneddoto perfetto. Dopo una lunga giornata di produzione, decidiamo di staccare dalla musica per guardarci un film, nello specifico ”The Sleepers”. A metà film, lo interrompiamo e usciamo sul terrazzo per fumare una sigaretta. Una delle prime raccomandazioni di Jacqueline (la padrona di casa), era quella di non chiudere mai completamente la porta scorrevole del terrazzo, perché da fuori non si sarebbe più aperta. Leo, noncurante di tale raccomandazione, sbatte dietro di sé la porta uscendo. Realizzando ciò che aveva appena fatto, si gira verso Gio ed esclama ”CI SIAMO CHIUSI FUORI!”

JACQUELINE, WINE AND CRACKERS

“Jacqueline, Wine and Crackers”, vuole essere un tributo a quella che è stata la nostra amata oste per 3 settimane.
La sera prima della partenza siamo ospiti di Jacqueline, nella sua casa a Porto Vecchio. Qui festeggiamo la fine del nostro soggiorno bevendo vino e gustando pietanze locali. Nel tempo trascorso insieme, Gio decide di registrare parte della nostra conversazione di nascosto, con un piccolo registratore portatile. Da questa traccia audio vengono estrapolati diversi campioni, che andranno a costruire la canzone encomio del nostro album.