Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.

Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

Reietto, Katy Perry

Colori pop, abiti anni Sessanta, eppure non stiamo per ascoltare un brano rockabilly. “Katy Perry” è la nuova hit di Reietto, che dietro questa patina sbiadita dei tempi lontani nasconde bene invece un’inclinazione musicale più r’n’b b. Nel brano inoltre colpiscono anche i colori della protagonista della canzone: verdi come quelli del quarto chakra, che si dice si riferisca proprio all’amore puro e incondizionato.

Different DNA, Di cristallo

Scintillante come gli anni Ottanta, lucente come se fosse fatto di cristallo. Tornati al futuro da un’altra epoca, i Different DNA, nome questo che ci fa già capire che gli artisti in questione, non vengono da un altro pianeta, ma quasi. “Di cristallo” è il singolo che ci riporta indietro nel tempo, ai coloratissimi anni della disco e delle luci stroboscopiche. Al limite dell’essere un singolo emblematico della pop music di quei tempi e un brano che porta in sé tanti elementi presi dal presente, “Di cristallo” dei Different DNA diventa il punto di giuntura tra due mondi così diversi eppure così vicini.

Nacho Tranquilo, El Niño

Ray me stereo, ve lo ricordate? Il wrestler che da piccoli vedevamo in televisione destreggiarsi tra un destro e l’altro, proprio lui, aveva quella maschera dai colori messicani che lasciavano intravedere solo gli occhi e le labbra. Impossibile dimenticarlo e per chi lo avesse fatto può rinfrescarsi la memoria con Nacho Tranquillo e il suo nuovo look. Il famoso MC e produttore italiano con la sua maschera e la sua “El niño” ci sbloccano decisamente un ricordo. Ascoltare per credere.

The Tangram, Feel

“Feel” è l’esplosione di libertà, è la volontà di poter essere sé stessi, un po’ quando indossiamo il capo che ci fa sentire divini difronte al mondo. Nel caso dei Tangram l’abito perfetto è indubbiamente una camicia a fiori o con stampe jacquard che ricordano quel mondo bellissimo e spensierato degli anni Settanta. “Feel” ha in sé quella psichedelia che è anche sinonimo di eliminazione delle imposizioni esterne, quell’ebrezza che tutti dovremmo concederci (quasi) tutti i giorni nella vita.

Viboras, Eternal

Jeans strappati, capelli decolorati e chitare ruggenti sono lo stile iconfondibile della band punk di tutti i tempi italiani, sto parlando ovviamente dei Viboras, capitanati dalla super fancy Irene. Di stile musicale e non ne avrebbero da vendere, e noi da buoni adulatori del glam non possiamo che farci travolgere da una ventata di musica nuova e irriverente come quella del gruppo di stanza a Milano. Non possiamo che dire “beat, style and rock n’roll”.

Nube, Boule à neige

Vivere in una “Boule à neige”, ovvero in una pallina di neve è quello che fa il nostro Nube, che, ogni volta di più, sembra trasformarsi in un personaggio fiabesco. Nube, come ci suggerisce il nome stesso, sembra davvero una figura che compare tra la nebbia, un po’ come il genio della lampada; un artista che con la sua musica e tutto il suo immaginario onirico riesce a catapultarci in una dimensione metafisica, dove i corpi e i problemi terrieri non contano e dove il tutto si sorregge sulla voce calma e delicata di Nube.